Milano e il fascino della nebbia, secondo tre milanesi DOC. Più una ciabattina.
Lo ammetto, il titolo è un po’ una licenza poetica, perché le tre belle persone che tirerò in ballo con questo articolo sono comunque supermilanesi d’adozione, ma solo una di loro (oltre a ciabattinadx, moi) è nata proprio tra le mura cittadine, mentre gli altri a qualche chilometro dal centro. Ma che importa? Forte è la loro appartenenza a Milano e mi fa piacere parlare della “nostra” nebbia proprio attraverso le loro opere.

Una stupenda immagine in cui la “nostra” scighera è protagonista, creando quasi una sospensione dalla realtà (photo: Luigi Alloni)
Ha già accennato al tema ciabattinasx due giorni fa, ma oggi desidero fare un affondo sul suo strano e controverso fascino e sulla sua particolare poesia. Ad accompagnare le mie parole saranno ancora una volta le immagini di Luigi Alloni, che ha fatto dei ritratti della nebbia in Lombardia davvero splendidi e sono orgogliosa di poterveli proporre.
Cominciamo dal nome, qui se ciama scighera (c’è pure una voce in milanese su Wikipedia a lei dedicata!), e con questo nome ci si riferisce di sicuro a quella nebbia densa che aleggiava in abbondanza sulla pianura padana tempo fa. Prima di essere associata all’idea di smog, termine inglese che unisce proprio le parole smoke, fumo, più fog, nebbia. La vogliamo lasciare ai londinesi e recuperare la magia della nostra scighera? Per i milanesi che l’hanno conosciuta, ha un che di intimo, avvolgente, ha il suono di un silenzio diverso da quello della neve. Una bianca foschia che sembra allontanare dalla realtà e dagli altri, ma che a parer mio invece avvicina le persone, come galleggiando in una dimensione simile a quella interiore.

La nebbia in una visione dal tono surreale (photo: Luigi Alloni)
Io non aggiungo nulla e lascio la parola a uno scrittore della cui sensibilità e simpatia vi ho già parlato: è Dario Crapanzano, noto per i suoi gialli tutti milanesi e tutti molto, molto intelligenti e brillanti, come il loro autore.

Ecco l’autore Dario Crapanzano, milanese che ritrae Milano attraverso i suoi bei libri gialli (photo: sestodailynews.net)
Sentite cosa dice della nebbia e di Milano nel romanzo “Arrigoni e l’omicidio di via Vitruvio”: il commissario Arrigoni, appunto, afferma “Non abbiamo il mare e nemmeno un fiume degno di questo nome, ma per me non c’è città migliore al mondo. E che bel cielo, quando è bello, per dirla con il Manzoni. E la nebbia? Ti avvolge e ti protegge come una madre premurosa… basta stare attenti a non perdersi!”
Sembra già in sintonia con un altro contributo secondo me mirabile, quello di Roberto Vecchioni: in una sua canzone più che celebre – per me un capolavoro – parlava proprio del perdersi e cercarsi nella nebbia, in un gioco tra innamorati… e io confermo al 100%! La canzone è “Luci a San Siro” e la strofa era “Ricordi il gioco, dentro la nebbia? Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là”. Ma sì in fondo, non è poi così strano, sentirsi innamorati (tra le nebbie) a Milano!
ps vi lascio con questa toccante interpretazione della canzone di Vecchioni, con un cameo di Mina