La grande bellezza di Milano in autunno
Milano si celebra – e si denigra – come metropoli che lascia tanto spazio al lavoro e al dinamismo in generale, ma non si ricorda spesso per la sua naturale bellezza. Delle sue meraviglie artistiche e architettoniche ci racconta sempre Errerrearchitetto, ma io voglio dedicare oggi solo pochissime parole a un suo aspetto naturalmente poetico, perché a parlare saranno le immagini. Avete notato che abito strepitoso anche quest’anno sta indossando quella che si definisce la capitale della moda? Mi riferisco al foliage, che nelle magnifiche foto più sotto, realizzate dal nostro artistico e competentissimo amico Gigi Alloni, danno pieno rilievo a tanto splendore.

Desidero citare anche il titolo assegnato dall’autore della foto: questo è Golden Carpet. Molto più fascinoso di quello rosso! (photo: Luigi Alloni)
Nonostante a Milano si stiano tagliando tanti, troppi alberi per la metropolitana che avanza (1. C’era bisogno di farla passare proprio in quelle strade alberate? 2. Avanza sì, ma con la consueta lentezza…). Nonostante tutti si stiano lamentando del clima caldo di questi giorni: ma non è semplicemente meraviglioso? Nonostante tutto.
Signori e signore… voilà Milano vestita con le più affascinanti tonalità autunnali!

Il titolo dell’autore “Luga vita”… perchè molte foglie qui non rinunciano ancora alla livrea estiva… (photo: Luigi Alloni)
Sì, non mi è facile resistere all’idea di scrivere ancora qualche riga… e mi soffermo ancora sull’autunno. L’altra sera camminando ho incrociato uno di quei “baracchini” che vendono caldarroste, cibo autunnale per eccellenza. Gigi Alloni le ha riprese con un’immagine molto bella…
A parte ciò, il primo pensiero che mi è venuto è che per comperare poche caldarroste bisogna mediamente accendere un mutuo. Il secondo è legato a una gita che consiglio a tutti, sempre in Lombardia, in Valcuvia, non lontano da Varese. Il luogo da visitare è Brinzio: ne avevamo già parlato in passato, ma proprio in tema di castagne consiglio oltre al Museo della Civiltà Contadina, vi invito a dare un occhio alla “Gràa”: una costruzione storica su due livelli. Quello più basso, ha le pareti tutte annerite dal fumo ed è ricco di attrezzi rurali: qui, fino a prima della Seconda Guerra Mondiale, si accendeva il fuoco e si mettevano le castagne su un graticcio a una certa distanza dalla fiamma che restava sempre accesa, per consentire una lenta cottura. In pratica era uno spazio adibito all’essicazione delle castagne, che vendute cotte, si conservavano e si potevano acquistare anche a distanza di mesi. E, ne sono certa, senza chiedere come oggi un prestito in banca!