Dimmi a che generazione appartieni e ti dirò chi sei

Se talvolta noi ci interroghiamo chiedendoci chi siamo veramente, come la più classica delle filosofie ci ha da sempre insegnato, possiamo metterci tranquilli, perché le aziende la risposta ce l’hanno già. Oggi non farò un lungo e accademico approfondimento nell’universo del marketing, ma voglio limitarmi a parlare dell’identità delle diverse, nuove generazioni. Scartabellando sul web, e interessandomene anche a titolo professionale da brava pubblicitaria, qualche giorno fa ho aggiornato alcuni miei dati sulla scelta delle imprese di dotarsi di una logica ecosostenibile progressista (e di una conseguente sensibilità nei confronti delle più rispettose politiche ambientali): non ci si sorprende, in effetti, leggendo che secondo un recente sondaggio effettuato da Nielsen, oggi i consumatori sono molto sensibili al tema e non disdegna il fatto di spendere di più pur di fare acquisti da un brand sostenibile (e l’ho constatato di persona anche in termini di messaggi di comunicazione). Insomma, l’interesse per la responsabilità sociale e ambientale sembra creare maggiore fedeltà alle marche, specialmente, per certe generazioni. Quali? Soprattutto i MILLENIALS e gli appartenenti alla GENERATION Z, i nati dal 2005 in poi.

Una bella immagine che ritrae i Millenials, tratta da http://www.mavrck.co

Una bella immagine che ritrae i Millenials, tratta da http://www.mavrck.co

Sì, ma come si fa a partire dalla Z per iniziare un discorso? Almeno partiamo dalla doppia B! Ovvero dai BABY BOOMERS, i primi ad apparire nell’orizzonte delle statistiche volte a definire meglio i consumatori. I “BB” sono quelli dell’esplosione demografica comparsi alla fine degli anni ’50, diventati grandi guardando Carosello.

Cresciuti positivamente nell’era – appunto – del boom economico, sono considerati quelli in generale da redditi consistenti (o ex-consistenti!), molto proiettati verso la conservazione di una buona forma fisica, e soprattutto lavoro-dipendenti (non nel senso di impiegati!). Hanno fatto in tempo anche a buttarsi sui social, nonostante siano cresciuti senza digital devices. Quelli del telex, utilizzato addirittura prima del telefax, di cui vi ho parlato qualche tempo fa. Dopo questa genìa, ecco apparire la GENERATION X, solo poco più giovani dei precedenti, ma dipinti come leggermente smidollati, senza obiettivi, quelli “teen forever”, che anche se hanno studiato al massimo, oggi si ritrovano con stipendi al minimo. Però hanno aperto la strada digitale dando vita per esempio a Google, e aprendo la pista alla generazione successiva. I molto famosi NATIVI DIGITALI. Che però, eccoci arrivati, sfociano direttamente nelle frange degli esemplari appartenenti alla GENERATION Y noti anche come MILLENIALS.

Una vignetta molto incisiva sui Nativi Digitali (da craigharrington.wordpress.com)

Una vignetta molto incisiva sui Nativi Digitali (da craigharrington.wordpress.com)

Questa è considerata la popolazione “sempre connessa”, con lo sguardo incollato, anzi inchiodato, allo smartphone. Di sicuro è la gente che non ha bisogno dell’aiuto degli adulti per trovare informazioni utili alla loro vita. Sul web si dice poi che – specialmente negli USA – anche se le donne di questo gruppo sono riuscite a raggiungere una maggiore parità retributiva, molti MILLENIALS hanno messo da parte progetti familiari e si sono ritrovati, loro malgrado, single. Ma anche loro stanno tramontando, almeno nel panorama degli interessi statistici delle aziende. Ora è la GENERATION Z, nata come si diceva dopo il 1995, a farla da padrona. Si sa che è un target group ancora in via di sviluppo e quindi meno definibile, ma ha già qualche soldo in tasca da spendere. E dove lo investe? Quasi al 100% negli acquisti online! Questi comprano di tutto via Internet, dai vestiti, agli accessori, all’elettronica eccetera. È la generazione considerata “iper-connessa” perché, come si legge in molti articoli, ha più schermi di tutte le genti precedenti, dal telefono al tablet, al computer e ai videogames. Condivide di tutto sul web.

La Zeta è anche la generazione dei selfie. Esempio pericolosissimo al volante! (photo: Corsera)

La Zeta è anche la generazione dei selfie. Esempio pericolosissimo al volante! (photo: Corsera)

E torniamo a bomba: la Generazione Z è quella più attenta di tutte a crearsi un futuro, possibilmente sostenibile, dalle forti logiche sociali e rispettoso dell’Ambiente, dopo che le popolazioni arrivate prima hanno fatto di tutto per demolire l’economia e distruggere il pianeta.

La popolazione Z è quella che vede di più un futuro nella Green Economy

La popolazione Z è quella che vede di più un futuro nella Green Economy

Delle menti superiori? Forse meglio dire delle menti più consapevoli, anche se a dirla tutta si esprimono attraverso frasi minime e una marea di emoticons. Ma sì, in fondo, a Milano, tutti i ragazzi una volta si chiamavano “boccia”. Forse ora hanno solo una zeta in più.

ps ho trovato news anche sui “MOBILE BORNS”, ma è ancora un’altra storia…..

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One Trackback

  1. […] nel 2011: oggi a utilizzarla sono non meno di 100 milioni di utenti, naturalmente non solo i Millenials milanesi! Si potrebbe definire un “crossover” – parola cara al mondo dell’automotive – […]

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