Un parco milanese alle pendici di un monte, dove toccare le stelle!!
Tra Expo e Bookcity attrattive per i bimbi in questi giorni ce ne sono tante….ma io sono per i giochi all’aria aperta, visto che le giornate ancora lo permettono e mia figlia la porterei in uno delle poche isole di verde che ancora resistono a Milano e pure in un buono stato di manutenzione!
E’ per questo che oggi vi parlo di una storica area verde della nostra città: il Monte Stella.
L’unico monte di una città di pianura, già come idea di per se stessa deve essere un buon motivo per valorizzare e visitare un posto unico. Credo che tutti i bambini di Milano lo conoscano, se non altro per averlo intravisto dai finestrini dell’automobile di famiglia che si appresta a imboccare l’Autostrada dei Laghi o la Milano-Torino. E proprio lì al confine amministrativo di Milano, si erge questa collina (tanto da conoscersi anche come Montagnetta di S. Siro) in mezzo ad un ampio parco cittadino.
E allora parcheggiamo per una volta questa benedetta macchina, prima di recarci fuori città e facciamo scoprire ai nostri figli la storia e le meraviglie di questo luogo che poi è anche un posto caro alla generazione dei genitori.
Si trova in mezzo ad una zona di Milano conosciuta come Lampugnano, perché feudo dell’antica famiglia nobile dei Lampugnani, che già si era distinta nella resistenza contro Federico I Barbarossa. Il luogo, a ovest delle mura cittadine, in aperta campagna e disseminata di cascine fino all’inizio del XX sec., solo con il periodo fascista, viene inserito all’interno del territorio della città, per avvantaggiarsi dell’arrivo e della costruzione della erigenda barriera dell’autostrada, nel 1924. A guerra appena conclusa, nel 1945, si fa strada il progetto per il QT8 – acronimo di “Quartiere della Triennale Ottava” – a cura di un gruppo di progettisti, guidati da Piero Bottoni. Insieme al modello in scala reale del concetto anglo-sassone di città-giardino, prende forma anche una collina artificiale, costruita con la terra asportata dagli scavi per la costruzione delle nuove abitazioni, ma soprattutto con le macerie degli edifici bombardati all’interno della vecchia Milano. E’ così che dalle ceneri, e dai valori negativi delle devastazioni belliche, nasce il Monte Stella.
Ormai la Montagnetta di S. Siro fa parte del panorama del quadrante Nord-Ovest di Milano e per di più nel 2003 nel suo ampio parco alle pendici viene ricavato il Giardino dei Giusti, un luogo di memoria a ricordo di chi è caduto per chi si è battuto per le libertà, cadendo vittima delle tirannie. E’ un area perfettamente inserita nel contesto paesaggistico e costituita da discreti cippi di granito e da alberi dedicati a singole personalità particolarmente emblematiche. Questo luogo, di così profondo significato, ha vissuto, nell’ultimo periodo, momenti di acceso dibattito motivati da un controverso progetto che vorrebbe modificare l’attuale situazione. L’associazione Gariwo, che dal 2008 gestisce l’area del memoriale insieme all’Unione delle comunità ebraiche italiane e allo stesso Comune di Milano, ha presentato un piano che prevede la costruzione di muri di oltre 3 metri d’altezza, totem, portali e un anfiteatro per oltre 300 persone. Il progetto, per l’impatto sul luogo e per il suo anomalo iter di approvazione, ha alimentato una controversia che si protrae ormai da mesi. Come ormai è consueto, il dissenso si è palesato con la raccolta di 2.000 firme contrarie e la presentazione di appelli al Comune e al Consiglio di Zona 8 a firma di molti comitati cittadini, del WWF e di Italia Nostra.
Ma perché il nome Monte Stella? Da bambino, ci andavo spesso la domenica con i miei genitori e le mie sorelle, e mi ero fatto l’idea di un posto a metà tra la città e la campagna, dove da questa immensa altura si potevano più facilmente toccare il cielo e il firmamento.
Ma ahimè, seppur altrettanto poetico il nome non risiede in questa infantile ragione. La motivazione ce la spiegano direttamente i figli dell’arch. Piero Bottoni, che questo posto l’ha ideato e che, con lo stesso rispetto, loro cercano di salvaguardare, con una lettera indirizzata al nostro sindaco. Così recita la missiva:
Egregio Sig. Sindaco Giuliano Pisapia,
le scriviamo a proposito delle decisioni che stanno per essere prese relativamente al Monte Stella.
Da bambini nostro padre, Piero Bottoni, ci portava spesso sulla collina artificiale da lui progettata che aveva un nome così a noi familiare: “Stella”. Stella è stata un’artista polacca e fu per moltissimi anni la prima moglie di nostro padre. Dopo la sua morte nostro padre si risposò e da nostra madre Giuditta nascemmo noi, Piero Alessandro e Stella.
Il grande amore che nostro padre aveva ancora per la prima moglie scomparsa e la grande generosità e elasticità mentale di nostra madre, permisero all’architetto Bottoni di avere ben due tesori della sua vita nominati con il nome di Stella: la figlia e la collina.
Solo questo può far capire a chi ancora non conoscesse la storia e la vita dell’architetto Bottoni quanto egli tenesse, oltre che alla figlia, anche alla collina da lui creata con tanta fatica e amore e contro la resistenza di molti che, a quel tempo, non avevano ancora compreso l’importanza per Milano di un simile incredibile progetto.
La collina è stata studiata da nostro padre in ogni suo dettaglio, inclusa la scelta delle essenze, alberi, cespugli e ancora i sentieri. Ogni dettaglio concorre all’insieme della collina, così come tante cellule compongono insieme e indissolubilmente un essere vivente.
Questa è la storia del Monte Stella e questa è la storia dell’architetto Bottoni, suo unico ed indiscusso ideatore e realizzatore. Un architetto e un artista a cui tutti, oggi, riconoscono unanimemente di avere regalato a Milano un quartiere modello e un polmone verde.
Il Comune di Milano ha poi insignito nostro padre di molteplici onorificenze di cui, tra le varie, la medaglia d’oro alla memoria e l’incisione del suo nome nel Famedio come milanese eccelso.
Oggi però nostro padre, se fosse ancora in vita, URLEREBBE DI DOLORE a sapere che su questa sua creatura qualcuno si sta apprestando a gettare tonnellate di cemento e COMBATTEREBBE COME UN LEONE per impedire questo!!! E sarebbe incredulo ed attonito a scoprire che, come sembra, sia proprio il Comune di Milano la forza oscura e negativa che spinge per questo bagno di cemento!!!
Ci auguriamo che il nostro breve racconto sulla nascita del Monte Stella e di come fortemente nostro padre, Piero Bottoni, abbia combattuto per realizzarlo e metterlo a disposizione di tutti i milanesi, possa indurre a una giusta pausa e riflessione per ripensare a scelte che MAI E POI MAI EGLI AVREBBE APPROVATO!!
Stella e Piero Alessandro Bottoni
4 ottobre 2015
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[…] fondiarie dove il fine ultimo era soltanto la creazione di nuove cubature laddove c’era i cumuli delle macerie o alcuni terreni strappati ad una economia rurale (le vecchie cascine abbattute per fare spazio ai […]