Per Tognazzi era gigante, per noi mini e “anti-spreco”, e condito dalle parole di Gadda. Che specialità milanese è?
Siamo in “zona Cesarini”, visto che Expo 2015 sta per chiudere i battenti, e forse per questo oggi ci piace l’idea di raccontare una storia di cibo. Che parla di ieri e di oggi. Il super protagonista è indiscutibilmente un milanese DOC. Sì, un milanese DOC che ama parecchio andare a braccetto con un altro protagonista, il risotto allo zafferano: signori e signore, è l’Ossobuco! Perché nel titolo si dice che per Tognazzi era gigante?
In realtà erano esigenze di copione: il grande Ugo, che come tutti sanno ha diviso a metà la sua vita tra spettacolo e cucina (e voglio sottolineare, per quest’ultima passione è stato un grande anticipatore rispetto a suoi colleghi (perché ai suoi tempi, di Masterchef, Expo, siti enogastronomici e compagnia cantante non si parlava proprio!), ha portato molto, molto spesso nelle sue pellicole l’arte culinaria. Come nel caso del famoso e molto controverso film di Marco Ferreri “La grande abbuffata”.
Me l’ha ricordato la nostra amica chef Mariangela Marchesi di Cucina Cre-Attiva, che come di consueto ha splendidamente rivisitato la ricetta tradizionale facendone una versione originalissima “L’Ossobuco sbagliato”! Partiamo dalla giga-versione: nel film di cui sopra, 4 amici annoiati dalla vita si chiudono in una casa e mangiano smodatamente, fino a morire. Per fare ciò, si avvalgono degli strumenti culinari approntati da uno dei quattro, Ugo (ovviamente è interpretato da Tognazzi), proprietario di un ristorante: proprio tra le sue pietanze più prelibate si annoverano gli “Ossibuchi giganti”! Uno dei temi cari all’Expo di oggi è stato quello di dare pieno valore agli alimenti, evitando gli sprechi, così che tutto il Pianeta possa avere cibo a sufficienza. Così la Chef Mariangela ha pensato a una versione superconcentrata dell’Ossobuco, che appaga il palato (e l’occhio!!) ma che non esagera. Del famoso taglio di carne, Mariangela ha eliminato l’osso, ma non il delizioso midollo (via l’osso, teniamo solo il buco!). Ha “destrutturato” il piatto e l’ha ricomposto creando una base di carne affogata nella salsa gremolada, l’ha ricoperto di ottimo risotto allo zafferano condito col midollo come richiede la tradizione, e ha letteralmente coronato il tutto con un anello di cialda di parmigiano.

Il grande risotto alla milanese versione classica, che va a braccetto con l’Ossobuco
Compatto e squisito, potete anche voi cimentarvi nella preparazione del piatto trovando tutte le istruzioni sul sito Cucina Cre-attiva. E a proposito di Expo, Mariangela è diventata Contributor Ufficiale dell’Expo worldrecipes: se cliccate questo link troverete tutte le golose pietanze da lei proposte che poi il comitato ufficiale ha scelto e inserito nel ricettario globale di Expo Milano 2015. Ancora una piccola annotazione: cos’è l’innovazione senza tradizione? Allora gustatevi una chicca: il grande Carlo Emilio Gadda, dall’alto della sua cultura gastronomica ben combinata con quella letteraria, ha scritto come si fa un super risotto alla milanese e lo trovate a questo link nell’archivio de Il Gatto Selvatico, rivista aziendale dell’ENI.
Ora che è la stagione giusta, ritrovate il piacere dell’Ossobuco: un gusto unico in…. carne ed ossa!