Alla scoperta del Mercato Metropolitano di Milano. Oggi… e con la storia di ieri!
E’ tanto tempo che volevo parlavi di una nuova realtà a Milano: il Mercato Metropolitano a Porta Genova. Molto probabilmente molti di voi sanno già di cosa sto parlando, ma per chi ancora non ne ha avuto occasione, questo intervento è un’esortazione alla visita.
Anche perchè se non avesse già di per sé abbastanza fascino, può essere un’idea vincente di gita entro le mura cittadine, e più che mai in compagnia dei nostri figli. Si! Perché il posto è fresco, è sull’acqua (trovandosi sull’Alzaia Naviglio Grande), è ricco di piante da orto ed è davvero ben frequentato.
Ma veniamo al luogo: non è un vero e proprio mercato, direi più che altro, un’esposizione, un punto di incontro, una kermesse del cibo da strada (e non) all’italiana.
Tutto è distribuito su un’area piuttosto ampia all’interno dei vecchi magazzini dello scalo ferroviario tra la stazione di Porta Genova e San Cristoforo, con tanto di baracchini, ape-car espositivi, stand all’aperto sotto vele e tensostrutture, ben architettati, spesso con materiale riciclati e una serie interminabili di lotti di specialità alimentari proprio all’interno dei vecchi depositiQuesta è la parte più simile ad un vecchio mercato, dove gli stalli dei venditori di interessanti ghiottonerie e specialità regionali occupano uno dei lati lunghi della lunga struttura, in mattoni (dipinti di nero fumo), coperta da capriate lignee, e rialzata rispetto al piano stradale, così come si addice ad un vero deposito per materiale rotabile.
Questa costruzione è un luogo ricco di fascino, dà l’idea di quello che era la vita intorno a uno scalo merci, dove spesso si stoccavano anche alimenti in gran quantità, soprattutto per una città popolosa come Milano e come abbiamo già avuto modo di raccontare sui magazzini ferroviari adiacenti al vecchio Macello. Ma insieme alle merci si muovevano anche persone e interessi e non era estranea quella particolare umanità che andava su e giù per i Navigli e intorno alla Darsena. Fu con l’Unità d’Italia che il borgo di S. Cristoforo, caratterizzato dalla sua chiesetta doppia sul Naviglio, ben fuori Porta Ticinese, cominciò a trasformarsi da area agricola ad area proto-industriale, proprio grazie al passaggio della linea ferroviaria per Genova nel 1865. Successivamente nel 1875 l’area in questione è di nuovo sottoposta ad ulteriori sconvolgimenti per i lavori della circonvallazione ferroviaria che da San Cristoforo doveva raggiungere Musocco. Sul lato opposto del Naviglio, in contemporanea, le cascine lasciano il posto a una serie di fabbriche e opifici che sfruttano l’abbondante quantità d’acqua e le infrastrutture ferroviarie: nel 1873 si installa la Società Ceramica Richard poi Richard-Ginori. Nel 1895 viene fondato qui il Colorificio Max Mayer. In un soffio, insieme alle merci sulla ferrovia comincia ad arrivare dalle campagne la manodopera che si adatta ben presto alla vita del Naviglio: i contadini divengono operai, molti divengono scaricatori di porto in Darsena, le mondine si mettono a lavare i panni, e dove prosperano i commerci si infittiscono anche le fila della malavita. Il quartiere diviene con il XX secolo popolosissimo, fin dentro Porta Genova. Ma la chiusura del porto di Milano prima e la crisi industriale dopo ha fatto diventare questo luogo solo un posto di passaggio. Insomma oggi si è rivitalizzata un’area che per decenni è stata un anonimo parcheggio di auto per l’intermodalità dei pendolari sulla linea Milano-Abbiategrasso/Magenta di giorno, e per la movida notturna, intorno ai locali sui Navigli. E devo dire che è stato pure rilanciato con un’idea intelligente e culturalmente avanzata, legata ai temi di Expo e molto prossima al territorio.Qui i temi del cibo, della sostenibilità e del piacere della buona cucina (anche quella povera dei nostri nonni!) la fanno davvero da padroni, sono rispondenti alle richieste di chi vuole capire e saperne di più e rimangono così molto meno astratti rispetto ai contenuti un po’ evanescenti e forse ambiziosi di Expo.
E c’è spazio per tutti: per le famiglie, per lo svago dei più giovani in cerca di frescura e di happy hours inconsueti, per i curiosi (attratti da spazi dedicati alla milanesità e dall’arena estiva dell’Arianteo) e anche per i bambini che sono accolti presso alcuni stand all’aperto attrezzati per affrontare alcuni temi sul cibo in appositi laboratori.
Insomma il posto è davvero invitante: si gira agevolmente tra curiosità culinarie e orto-frutticole, la grafica segnaletica interna e l’immagine coordinata è davvero invitante e spesso il cibo viene presentato con alcune interessanti proposte di food-design.
Dove: Mercato Metropolitano di Porta Genova. Entrata da Alzaia Naviglio Grande.
ORARI
One Trackback
[…] all’interno, con un design new wave, la stessa tendenza stilistica, insomma, del già citato Mercato Metropolitano vicino a Porta Genova. Il colore qua e là cattura lo sguardo, in modo particolare quello dei […]