I lombardi oltre confine nel Medioevo: il vero inizio di grandi commerci, banche e assicurazioni.

In occasione del nuovo intervento su Ciabattine Piccine, volevo illustrare un fenomeno poco conosciuto, ma fondamentale per la rinascita commerciale dell’intera Europa, dopo i secoli bui del primo Medioevo! Un fatto che ci da’ ancora una volta prova dell’operosità e intraprendenza del popolo lombardo.

Quando pensiamo alla Lombardia del l’XII e XIII sec. ci salta subito in mente l’opera di Verdi che ci racconta dei lombardi alla prima crociata. E’ lo stesso periodo in cui comincia a farsi strada una coscienza comunale: emerge con forza un ceto mercantile che chiede a gran voce riconoscimenti e rappresentanza politica nel governo delle grandi città, soprattutto contro lo strapotere dell’Imperatore germanico che con l’aiuto di alcune famiglie nobili tiene in scacco una grande fetta di popolazione che ha ormai strumenti finanziari e culturali sufficienti per autodeterminarsi. Le campagne sono invece appannaggio dei monaci, che con le grandi bonifiche di vaste aree impaludate, su impulso di Bernardo, a Chiaravalle, si stanno propagando per tutta la “bassa”. Tale politica fa accumulare all’ordine cistercense grandi patrimoni, prima terrieri e poi finanziari, con lo stoccaggio dei prodotti alimentari in grandi complessi rurali, poi noti col nome di cascine.

Lombard street- londra

Lombard Street- Londra. Voglio sottolineare come la posizione del luogo, anche nei casi successivi, sia non a caso, molto prossima al fiume, luogo di traffici e commerci molto intensi sin dall’antichità.

Rue de Lombards a Parigi

Rue de Lombards a Parigi

Lombardenstraat ad Anversa

Lombardenstraat ad Anversa

 

 

 

 

Insomma si profila uno scenario che le dottrine economiche dipingerebbero come pre-capitalistico. In questo scacchiere geografico (ricordiamo che la Lombardia medioevale non corrisponde esattamente a quella odierna, ma lombardi erano detti gli italici originari di un’area vasta che andava pressappoco dal piacentino fino ai Grigioni a nord, e dalle risaie vercellesi fino alle pianure veronesi) cominciano a delinearsi così una serie di fenomeni che daranno avvio alla nascita del capitalismo moderno. Vorrei a questo punto partire da semplici domande: vi siete mai chiesti perché molte strade nelle più grandi capitali d’Europa sono spesso dedicate ai lombardi? Avete mai sentito parlare di Lombard Street a Londra , Rue de Lombards a Parigi, Lombardenstraat ad Anversa (solo per fare qualche esempio)?Se presso le signorie e nelle grandi città italiane, il prestito a usura era appannaggio degli ebrei, all’estero, lontano dagli occhi indiscreti della chiesa romana, spesso erano i mercanti italiani, che reinvestivano i proventi dei loro redditizi affari, nel prestito a strozzo. Tali impavidi personaggi, che spesso affrontavano lunghi tragitti per rotte non protette, spesso le stesse dei pellegrini e dei cavalieri di ritorno dalle crociate, non erano solo i più rinomati commercianti toscani, tanto fortunati da divenire in seguito banchieri dai nomi altisonanti, come i Frescobaldi, i Bardi e i Peruzzi, ma anche i meno conosciuti lombardi.

Il ritratto dei coniugi toscani Arnolfini di Jan van Eyck del 1434, restituisce il successo e la penetrazione dei mercanti italiani nelle Fiandre, come in altre grandi centri commerciali dell'Europa del Nord

Il ritratto dei coniugi toscani Arnolfini di Jan van Eyck del 1434, restituisce il successo e la penetrazione dei mercanti italiani nelle Fiandre, come in altre grandi centri commerciali dell’Europa del Nord

Questi, nella maggior parte dei casi si erano ritrovati costretti ad inseguire i cavalieri tornati nei loro paesi d’origine, alla fine dalle crociate, per recuperare crediti fatti durante il loro passaggio in territorio italiano. Il più delle volte, al denaro veniva sostituita la merce pregiata, più spesso lana, utile per la nascente manifattura italiana. Questa fu l’occasione per creare una testa di ponte, una vasta rete di agenzie sul territorio, magazzini e fondachi (spesso proprio nella stessa strada dove vivevano), per poter esportare i raffinati tessuti italiani, che a loro volta producevano enormi proventi, da reinvestire nelle più svariate attività, non ultima l’usura, soprattutto dopo la cacciata degli ebrei dall’Inghilterra, da parte di Edoardo I, alla fine del Duecento. Per la prima volta la moneta si era trasformata in merce e il mercante può così diventare banchiere. Vengono inventati gli assegni e le prime obbligazioni, la doppia scrittura (introdotta da un monaco italiano), le lettere di cambio (sorta di fidejussioni che permettevano a chi si recava all’estero di condurre transazioni senza dover necessariamente avere con sé il denaro contante).

Quentin Metsys. Cambiavalute e sua moglie (1514)- La finanza è già divenuta un'impresa familiare.

Quentin Metsys. Cambiavalute e sua moglie (1514)- La finanza è già divenuta un’impresa familiare.

Qualunque fosse la provenienza, solo per il fatto di esercitare il prestito a pegno, erano malvisti dalla popolazione. Venivano considerati sordidi usurai, maledetti italiani, stranieri inaffidabili, sfruttatori, affamatori, gente che toglieva il lavoro importando beni a basso prezzo, e seppur divenuti in seguito banchieri, erano molto mal visti, fino al XV sec. Più volte, a Londra (ma anche in Francia nel XII e XIV sec.), scoppiarono delle rivolte che le autorità faticarono a contenere, fin nel cuore della City, proprio a Lombard Street (che però al tempo si chiama ancora in parte Great Tower Street, già roccaforte dei monti di credito degli ebrei) dove si erano insediati i banchieri italiani. L’espressione “lombard banking” è ancora oggi usata per indicare l’attività di prestito su pegno.

Marinus Van Reymerswaele-Prestatori di denaro-1542

Marinus Van Reymerswaele-Prestatori di denaro-1542

A quel tempo  “lombardo” è per questo considerata una parola, vagamente dispregiativa (un po’ come il tedesco “Welsch” e l’anglo-americano “Dago”) per indicare gli italiani in genere, proprio per l’impossibilità di distinguerne precisamente la provenienza. Si trattava in realtà, il più delle volte, come già spiegato, di mercanti-banchieri e non di individui dediti solo a speculare sul denaro: imprenditori, diremmo oggi, che avevano affiancato ben presto all’attività commerciale e bancaria quella assicurativa perché si erano resi conto che l’assicurazione era l’unico meccanismo efficace per limitare l’incidenza dei rischi. In breve tempo anche questa nuova attività si sviluppò in maniera imprevista e il numero dei mercanti italiani che a essa si erano dedicati si incrementò tanto che Lombard Street divenne anche sinonimo di centro delle assicurazioni. Nel 1691, Edward Lloyd lasciò la sua Coffee House aperta tre anni prima per trasferirsi al numero 16 di Lombard Street (dove rimasero peraltro fino al 1771). Fu il richiamo per far convergere su questa via molte altre banche e attività finanziarie.

Scorcio della Lombard Street di oggi (foto di Peter Jordan da Wikipedia)

Scorcio della Lombard Street di oggi (foto di Peter Jordan da Wikipedia)

Una volta aperta la prima Borsa a Londra, Parigi e Amsterdam, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX, altre banche furono in grado di fare prestiti con meno interesse e i lombardi come i veneziani, i toscani e i genovesi, già in difficoltà nei loro rispettivi territori, si ritrovarono ben presto in una crisi senza ritorno.

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  1. […] anche rispetto alla nobiltà cittadina. Rappresentavano Corporazioni di Arti molto influenti con ramificazioni commerciali anche fuori dal Comune. Erano organizzati in badie o confraternite, ognuna delle quali era rappresentata da un vessillo, […]

  2. […] che dovrebbe essere quasi scontato per una città come Milano, riconosciuta come una delle piazze mercantili e finanziarie più antiche e interessanti d’Europa. Allora la domanda sorge spontanea: quali sono i luoghi, ieri come oggi, dove veniva creata ed […]

  3. […] girovagano non più solo per l’Italia ma anche per l’Europa, veicolando idee nuove come nello stesso tempo facevano i mercanti lombardi. Infatti già col XII sec. e ancor più col XIII, si fanno strada i maestri campionesi, […]

  4. […] Qualcuno di voi, senza falsi moralismi, ha già capito. Siamo la città più cosmopolita d’Italia ed è inevitabile che alcuni fenomeni internazionali atterrerino prima che altrove nella “Grande Milano” (uso il termine nel contesto geografico che comprende metà della pianura padana e parte di quelli confinali piemontesi, da dove ogni mattina si riversano centinaia di migliaia di persone). Qui si stanno costruendo o svettano già i grattacieli, sedi delle multinazionali che hanno contatti in tutto il mondo, i cui dipendenti ogni settimana prendono voli per gli Stati Uniti, l’Asia e il Nord Europa. Insomma un veicolo di idee, conoscenze, pratiche, merci e anche alcuni effetti collaterali che non possono influenzare anche il nostro vivere quotidiano. Così come fu nel Medioevo e nel Rinascimento per i mercanti lombardi. […]

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