Alla fine vince il Dragone!!

Vi ricordate come circa 20 giorni fa, abbia raccontato della disfida di Via Paolo Sarpi tra Biscione visconteo e Dragone cinese? Oggi apprendiamo dalle cronache locali che, con sommo dispiacere dei residenti, Chinatown ha preso il sopravvento e il portale orientale (anche se mobile) si farà.

Per chi si fosse appassionato alla vicenda riepilogo le puntate precedenti, riportando il nostro intervento del 12/03/2015.

Oggi le cronache milanesi di molti giornali rilanciano la notizia sull’ostinazione con cui la comunità cinese di Milano stia chiedendo da mesi un portale all’ingresso di Via Paolo Sarpi: un po’ per spirito di emulazione rispetto alle altre Chinatown delle grandi città del mondo, e un po’ per dimostrare come la conquista di quel milanesissimo lembo di Borgo degli Ortolani ormai sia nei fatti totale. Ma i residenti “milanesi” non ci stanno e, piuttosto che un dragone, sulla porta ci vorrebbero mettere il biscione visconteo. Allora ho pensato di riproporvi un nostro articolo per dimostrare che originariamente gli animali fossero in verità della stessa “razza”!!

Se volete raccontare una bella favola ai vostri bambini, magari accompagnandola ad una più gradevole passeggiata nel verde, non potete esimervi dal portarli al Castello Sforzesco. Si, perché il nostro castello è pieno di leggende, storie di intrighi, vicende di corte, lotte fra cavalieri e cortigiani, congiure di palazzo e altro ancora… Ma senza addentrarci nella complicata storia della Milano medioevale, possiamo rimanerne fuori… Ma si! Anche fuori dalla mura, per costeggiare il fossato e portarci sotto uno dei torrioni spagnoli (quelli tondi, per intenderci). Su quello di sinistra, per chi arriva da Via Dante, o il primo che si incontra sulla pista ciclabile arrivando dall’Arena, potete notare un enorme stemma visconteo, con il suo ben noto biscione, divenuto uno dei simboli più noti della nostra città, come abbiamo già raccontato in passato ai nostri lettori di Ciabattine.

Lo stemma visconteo sul torrione spagnolo del Castello Sforzesco (foto di Robert Ribaudo)

Lo stemma visconteo sul torrione spagnolo del Castello Sforzesco (foto di Robert Ribaudo)

Dunque dicevamo del serpentone visconteo… ma ci siamo mai posti la domanda sul perché della presenza del biscione che ingoia il bambinello? I più vecchi milanesi hanno sempre sentito parlare della vipera mangia bagat,ovvero mangia bambino. Ma l’antica dicitura ci porta lontano nel tempo, dando vita a più di una leggenda. Una di queste racconta del re longobardo Desiderio, che appisolatosi perché stanco dopo una dura battaglia e di un serpente che salito sull’elmo si allontana senza mordere il sovrano. Preso come segno del destino, il fatto fu acquisito a insegna dallo stesso. E forse poi ereditato dai Visconti, nuovi padroni di Milano.

Un’altra versione racconta che durante l’assedio di Gerusalemme, nel 1099, durante la prima crociata, Ottone Visconti, alla guida di 7000 milanesi, sconfisse in un duello il terribile nobile saraceno Voluce, che per sottolineare la sua presunta invincibilità, era solito combattere sotto il simbolo di un serpente che ingoiava un uomo. Così nella crociata successiva, questa immagine già appariva sui vessilli dell’esercito milanese.

Una famiglia di draghi alle porte di una città: un’altra storia di draghi raccontata dai milanesissimi fratelli Pagot (più noti come gli ideatori di Calimero)

Una famiglia di draghi alle porte di una città: un’altra storia di draghi raccontata dai milanesissimi fratelli Pagot (più noti come gli ideatori di Calimero)

Un’ultima leggenda, ed è quella che a noi appassiona di più, vuole che dopo la morte di San Dionigi, nella metà del IV sec., un drago di nome Tarantasio giunse nei dintorni di Milano trovando dimora in una grotta presso il lago Gerundo, situato ben oltre le mura della città (forse presso un’ansa del fiume Adda). Si riteneva che tale mostruosità divorasse i bambini, fracassasse le barche ed il suo fiato pestilenziale ammorbasse l’aria causando la febbre gialla. Dopo diversi infruttuosi tentativi di uccisione da parte di disparati cavalieri, giunse in città Uberto Visconti che affrontò e sconfisse il mostro prima che quest’ultimo potesse ingoiare del tutto un fanciullo che aveva già cominciato a bloccare tra le sue fauci. Volendo immortalare l’evento, lo stesso Uberto, leggendario capostipite della schiatta dei Visconti, si fece riprodurre il mostro sullo scudo e sull’elmo.

Il cane a sei zampe, marchio simbolo dell’ENI

Il cane a sei zampe, marchio simbolo dell’ENI

Per i più grandi, la curiosità sta nel fatto che la storia del drago del Lago Gerundo fu di ispirazione per lo scultore Luigi Broggini, ideatore dell’immagine del cane a sei zampe dell’Eni. Inoltre il biscione accompagnerà tutte le vicende della storia milanese e segnerà il dominio dei Visconti anche sulle terre da loro conquistate. Confini che alla fine del XV sec. arrivavano fino a Bellinzona, in Svizzera, anch’essa con un biscione sullo stemma!

Un altro biscione su uno scudo: lo stemma di Bellinzona (CH)

Un altro biscione su uno scudo: lo stemma di Bellinzona (CH)

 

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