La Natura dentro il Liberty. E dentro una mostra per tutte le età!
Questa settimana voglio segnalarvi una mostra molto carina, “facile”, perché di dimensioni contenute e di agevole comprensione anche per i più piccini. Inoltre è gratuita… il che non guasta mai! Sto parlando de “La Natura dell’Art Nouveau” visitabile allo Spazio espositivo di Palazzo Lombardia (la nuova sede di Regione Lombardia).
Si tratta in realtà di una mostra itinerante con un format e un nucleo espositivo predefinito facente parte del progetto europeo “Art nouveau and ecology”, in cui i membri (siano nazioni o singole regioni) nel presentarlo sul loro territorio, lo declinano secondo il loro gusto: hanno la possibilità così di valorizzare anche opere che questa ricca stagione, sviluppatasi a cavallo dei secoli XIX e XX, ha prodotto sul proprio territorio.
Dopo un lungo tour per l’Europa, la mostra giunge in Italia, dove viene mostrata una interessante disamina di questo stile, che ha avuto le sue più significative espressioni nel triangolo formato dalla stessa città di Milano, la provincia di Varese e il Lago di Como, con qualche interessante appendice sulle sponde di qualche altro lago lombardo, non ultimo quello d’Iseo.
La mostra ha la funzione di valorizzare il ricco patrimonio che quella florida stagione nota storicamente come Belle Epoque ha prodotto: una sorta di incantesimo, nato dal benessere della prima rivoluzione industriale e conclusosi con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
L’esposizione, ben architettata dal prof. Maurizio Boriani del Politecnico di Milano e dall’arch. Fulvia Premoli, invita ad esplorare il “tempio della natura”, come celebrata da Charles Baudelaire: un mondo che accoglie i simboli, le scoperte scientifiche e le influenze provenienti da terre lontane (anche dall’estremo Oriente come dimostra il disegno di certi inusuali finestre sulle facciate). In alcuni casi ci sono addirittura i germi del Modernismo, con la parete interamente vetrata (grazie all’uso del gas o dei primi radiatori per il riscaldamento per compensare la dispersione termica). Nonostante la spinta alla modernità, è un movimento però motivato da ideali estetici, quasi utopico, per fuggire dalle brutture delle città annerite dalla industrializzazione, come racconta bene Dickens nel suo racconto “Hard Times”.

Vecchia stampa raffigurante la
centrale elettrica comunale di piazza Trento, entrata in servizio nel giugno del 1905.
E’ quindi una sorta di ritorno alla natura, un tentativo di ritrovare il filo che lega l’uomo ad essa, dopo tanto sfruttamento e contenimento. Così il movimento si muove fra tecnologia industriale, promossa coi nuovi materiali e attenzione al dettaglio delle vecchie discipline artigianali, specie nell’uso sapiente del vetro colorato e del legno.
In particolare la tappa milanese propone una disamina dell’Art Nouveau – in Italia conosciuta come Liberty – riferita al territorio della Lombardia. Si è cercato di volgere lo sguardo oltre l’opera dei nomi e delle forme artistiche più note e acclamate, di cui pure la Lombardia presenta eccellenti testimonianze – tra queste l’arch. Giuseppe Sommaruga, autore di numerosi palazzi milanesi e villini del varesotto e comasco, Alessandro Mazzucotelli, artigiano del ferro, inventore di tanti parapetti in ferro battutto nonché dei lampioni di Piazza del Duomo, Mario e Eugenio Quarti, designer di tanta mobilia degli inizi del secolo, Marcello Dudovich, disegnatore e illustratore di tanti bei manifesti di film e affiche pubblicitari- e dei momenti più celebrati, come la milanese Esposizione Internazionale del 1906, tenutasi tra il Parco Sempione e l’area della vecchia Fiera.
Sono stati inoltre valorizzati alcuni interessanti esempi della realizzazione degli edifici industriali che proprio negli anni d’oro del Liberty andavano realizzandosi in tutto il territorio della regione, concentrandosi maggiormente a Milano, nell’alto milanese e nella zona di Bergamo.
Inoltre non si sono dimenticate le arti applicate “minori”, come il gioiello che proprio in quel periodo passava da bene per pochi agiati nobili e imprenditori, a oggetto di uso comune, grazie all’invenzione della placcatura, con rimandi al ricco Museo del Bijou di Casalmaggiore (CR), o le stoviglie e i vasi, come bene illustrano alcuni pezzi provenienti dal Museo Internazionale Design Ceramico (MIDeC) a Cerro di Laveno (VA), fino ad arrivare alla prima sartoria artigianale d’alta moda che vestiva le prime dive del cinema muto come la Bertini o la Duse, come mostrano alcuni filmati messi a disposizione dal Museo Interattivo del Cinema a Milano presso l’ex Manifatura Tabacchi.

Dudovich
Anno: 1909
Soggetto: “ Hellera “ da “ Adolphe” di B.Costant – Stampa Officine Grafiche G.Ricordi, Milano
(Raccolta Salce, Museo Bailo -Treviso)
Non mancano poi pezzi provenienti da alcune case private, ancora arredate con oggetti e mobili dell’epoca, ideati ad hoc per quegli spazi, così come voleva il gusto dell’epoca, e come si è trasmesso nel tempo, con lo sviluppo della figura del designer e del “fatto a misura”.
Insomma una serie di begli spunti che possono arricchire le vostre conoscenze e incuriosire e sensibilizzare i vostri ragazzi.
Mostra “La Natura dell’Art Nouveau”
26 marzo – 24 aprile 2015
Spazio Espositivo Palazzo Lombardia
Milano, ingresso da via Galvani, 27
Orari di apertura:
Lunedi – Venerdì: dalle 13.00 alle 19.00
Sabato: chiuso
Domenica: aperture il 29 marzo – 12 aprile – 19 aprile 2015 dalle 13.00 alle 19.00
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[…] per fare una caffetteria con spazio all’aperto protetto dalla bella pensilina di sapore vagamente liberty, che si presta a essere utilizzata per eventi e presentazioni. Gli artisti ospitati non dovranno […]