Cara figlia, oggi ti scrivo così…
Ma oggi, come scrivono madri (e padri) ai propri figli? Abbandonati da ere geologiche carta e calamaio, di novità, negli anni, ce ne sono state tante.
Già mi aveva colpito anni fa un libro il cui titolo era “Ti ho lasciato un messaggio sul frigo” di Alice Kuipers in cui si raccontava la storia di una madre super-occupata e della figlia quindicenne che comunicavano solo scambiandosi post-it attaccati sulla porta del frigo, tutti i giorni nel corso di un anno.
L’epilogo ahimé era drammatico (e non ve lo anticipo, casomai foste interessati alla lettura del romanzo) ma devo confessare che anch’io e mia figlia ci siamo sempre lasciate bigliettini e post-it ognidove, dato che spesso i nostri orari di presenza in casa non coincidevano affatto. E fino a qui niente di strano. Il passo successivo è quando il figlio/a diventa proprietario di un cellulare: oggi come oggi, succede non molto dopo il periodo dello svezzamento. Qui il rapporto epistolare già da anni si consuma a botte di sms fino a quando, in tempi più recenti, ha preso il sopravvento lo scambio su WhatsApp, l’app di messaggistica che permette di scriversi senza pagare alcun costo di invio grazie all’utilizzo del piano dati web usato per le e-mail e la navigazione web. È vero che molti genitori hanno saputo aggiornarsi e fare propri i nuovi mezzi e strumenti di comunicazione, ma non per tutti è così. Già un annetto fa avevo scritto di quella mammina (ritwittatissima) che aveva salvato sul suo smartphone una ricetta da far avere al figlio, ma non sapendo fare uno scatto della schermata del telefono, aveva fotocopiato lo schermo inviandolo poi per posta. E poi anche l’utilizzo della tastiera e ancor più del famigerato correttore automatico, mette a dura prova il genitore non sufficientemente digitale… Ecco spiegato perché impazza su Facebook una pagina che ha meritato – fino ad oggi – quasi 268.000 like: “Mamme che scrivono messaggi su WhatApp”.

Ecco uno dei divertenti messaggi sulla pagina facebook “Mamme che scrivono messaggi su WhatApp”… perfetto per CIABATTINE!
Questa raccoglie gli scambi di messaggi più comici e irriverenti tra genitori e figli e mette a nudo il gap generazionale di linguaggio (un autentico “slang” per i più giovani, amato però anche dai meno giovani, dove ha grande rilievo anche l’uso delle “faccine” ovvero degli emoticons), e di perizia nell’utilizzo dei mezzi digitali.
Un aneddoto personale: quello che segue è un messaggio tra la sottoscritta e la figlia 24enne, dove si evince che se non indosso gli occhiali, digito a casaccio sulla tastiera. E questi sono i risultati. E la conseguente replica della mia figliuola…

Traduco quello che avevo scritto a mia figlia senza occhiali “Sono a una mostra. visita guidata in Bocconi. richiamo dopo!!”
Concludo citando i miei cari, simpatici e spiritosissimi amici di cui vi avevo già raccontato a proposito della dieta “matrioska”. Qua si parla di un sms tra madre e figlia: quest’ultima lavorava in un museo e a un certo punto scrisse alla madre un messaggino dicendo che vi era in visita una delegazione di VIP e citava il nome di qualche personaggio illustre. Verso ora di pranzo la mia amica si vide scrivere questo sms dalla figlia che sarebbe tornata a casa di lì a poco: “Scola pure”. La madre andò letteralmente di corsa a mettere sul fuoco la pasta, pensando che la figlia stesse tornando a casa affamatissima. Anche voi avreste pensato a organizzare una bella spaghettata, vero? Peccato che la ragazza intendesse che al museo c’era pure Scola. Il regista Ettore Scola.
One comment, add yours.
Paolo
Il pa dell’onestà è un bel nome per una pagnotta!