Quella sera in cui Mendelssohn mi ha invitata a cena

È vero, ho avuto un invito a cena con Mendelssohn. Mi aveva dato appuntamento al Tempio Valdese di Milano. Sì, il banchetto era tutto organizzato e e ottimamente orchestrato/apparecchiato  proprio in un tempio… Una cena raffinata e invitante, come confermato anche dal particolare menu. Un po’ speciale non solo per le ottime pietanze, ma perché, tra una portata e l’altra, faceva la sua comparsa l’ospite d’onore, appunto.

 

Il menu enogastronomico e... musicale!

Il menu enogastronomico e… musicale!

Felix Mendelssohn, che si palesava attraverso alcuni suoi brani suonati all’organo dall’eccellente – e giovane! – Maestro Giulio Piovani. Il tutto era stato proposto e allestito a regola d’arte dall’Associazione Musica al Tempio, di cui vi abbiamo già parlato: le manifestazioni musicali che organizza hanno luogo in chiesa valdese grazie alla sua sobrietà e all’acustica molto nitida.

Avete mai avuto un invito a cena in un luogo così?

Avete mai ricevuto un invito a cena in un luogo così?

Ma mi preme riportare quello che ci ha ricordato la Presidente dell’Associazione, Mimma Guastoni: ogni cittadino può prendere parte a questi eventi, finalmente, offrendo quello che può, perché a ogni concerto si accede con un’offerta libera. E questo, a parer mio, è importante non solo per il suo carattere democratico, ma perché concede proprio a tutti la possibilità di ascoltare musica di qualità. Senza dover affrontare costi proibitivi di biglietti o abbonamenti, e a Milano mi pare davvero una cosa piuttosto insolita. In questo specifico caso l’invito era tuttavia e giustamente rivolto a chi potesse contribuire con una somma indicata dall’Associazione, per poter raggiungere un importante obiettivo: il restauro conservativo dello storico organo della chiesa, costruito dagli organari Balbiani-Vegezzi Bossi nel 1952 (e per la sua unicità vincolato dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali).

Mendelssohn ci aspettava lassù, dove vedete l'organo!

Mendelssohn ci aspettava lassù, dove vedete l’organo!

Iniziative volte a una valorizzazione e, possibilmente, in futuro anche a un ampliamento, per farne uno strumento di eccellente qualità a disposizione di musicisti e altre istituzioni musicali cittadine. Per me, che poco ne so, è stato super affascinante essere guidate dal Maestro Piovani alla scoperta di questo magnifico organo: ce ne ha spiegato in dettaglio il sorprendente funzionamento, ci ha detto che le possibilità di suoni e timbri è infinita, non solo grazie alle numerosissime canne ma anche ai tanti registri, che danno vita alle più disparate modulazioni espressive.

Un'immagine del Maestro Piovani all'organo, in cui si ammirano la ricchezza della tastiera composta anche dai registri (i tastini più piccoli in alto!)

Un’immagine del Maestro Piovani all’organo, in cui si ammira la complessità della tastiera composta anche dai registri (i tastini più piccoli in alto!)

Quest’organo, poi, come in parecchi altri casi, è stato progettato proprio miratamente per lo spazio entro il quale viene suonato. Piovani ci ha poi fatto notare la differenza della potenza del suono dell’organo rispetto per esempio a quella di un pianoforte (e la conseguente motivazione per cui in spazi tanto ampi si prediliga il suono di tale strumento): le canne sono studiate per dare forza al suono e finchè rimane dell’aria nelle stesse, il suono continua a persistere. Con il piano invece il suono si esaurisce subito; in questo caso, diceva il Maestro, se per esempio lascia un peso sulla tastiera, può andare a bere tranquillamente un caffè, certo che intanto il suono non smetterà… e per finire sono rimasta stupita vedendolo suonare da vicino: la sua maestria si è espressa al meglio non solo attraverso l’uso delle mani che scorrevano sui testi e sui registri… ma anche attraverso l’uso dei piedi (che per l’occasione non calzavano scarpe!) sulle molteplici pedaliere che regalano toni più gravi. La serata è trascorsa in modo specialmente amabile, tra uno sformatino caldo di zucca dal cuore tenero e una sonata con andante tranquillo, uno strudel tiepido, e una fuga in re minore… Ma di sicuro non sarà per me un’esperienza da “toccata e fuga”, perché non intendo perdere gli altri bei concerti di Musica al Tempio!

 

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Che magica esperienza.
Come & Play (John Lundun Exotic Remix) di Kojo Akusa Ft Lesego

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