Un calderone al centro di Milano…ma quanti centri ha avuto la città?
L’appuntamento con la nostra rubrica sulle curiosità di Milano, stavolta ci porta in un luogo del centro storico, un po’ lontano dai più consueti giri turistici e anche da quelli del passeggio milanese. Stiamo parlando di uno dei posti più amati da Alessandro Manzoni. piazza S. Fedele; poiché qui aveva vissuto in gioventù (in un palazzo scomparso per far posto ad una banca) e qui veniva a prender messa tutti i giorni. E infatti non a caso vi è immortalato in una statua, che lo ricorda pensieroso e solitario, posta nel 1883, nel decimo anniversario della sua morte. Ma piazza S. Fedele non è solo il luogo manzoniano per eccellenza, ha un altro primato: è il primo centro di Milano! Era infatti il cuore del grande santuario celtico, un enorme elisse circondato da alberi (querce e olmi) con gli assi di m. 443×323, noto come medhelan. Qui è possibile che sia stata vista la scrofa bianca semi-lanuta, l’animale più venerato come guida-simbolo di Milano (da cui derivò probabilmente il nome latino Medio-lanum).
Tale luogo, doveva essere disseminato di menhir, pietre sacre, destinate ai riti lunari della confederazione insubre. E proprio al suo centro vi era lo spazio (proprio l’attuale piazza S. Fedele) dedicato ai riti da officiarsi in particolari occasioni: il capodanno, le feste maggiori e i consigli di guerra. Vi era sicuramente una grande sala, costruita con pareti di fibra vegetale intrecciata. Al centro, come è descritto magnificamente dalle strisce di Uderzo con le storie di Asterix e Obelix, veniva acceso un fuoco con al di sopra un calderone, nel quale erano bolliti pezzi di carne di maiale selvatico e di manzo. Il druido, la figura religiosa più importante, poteva sceglierne il pezzo migliore dal pentolone, gesto simbolico che indicava per la comunità l’auspicio di un inesauribile nutrimento.
Ma se S. Fedele è stato il primo centro di Milano, sorge spontanea la domanda: ma quanti centri ha avuto la città, nella sua storia? Per i romani, che si succedettero alla guida della pianura, il cuore cittadino era focalizzato nel foro. E quello di Mediolanum, così come ci indicano gli scavi archeologici, era situato dove oggi sorge l’Ambrosiana. Tutto intorno si innalzavano i templi dedicati alla triade capitolina. Con la caduta dell’impero e l’arrivo dei barbari, si affacciarono nuove istituzioni di governo e quindi nuovi luoghi di potere, spesso più favorevoli anche dal punto di vista geografico: i longobardi vedono più consono insediare le loro più importanti funzioni di comando in un luogo più in altura, e quindi più asciutto, ancora oggi ricordato come Cordusio. Il toponimo stesso discende dal termine Curia Ducis, poiché era sede del vicerè (il duca), mentre il re era residente a Pavia. Agilulfo, duca di Milano, tra il VI e il VII sec. ne aveva fatto uno dei luoghi del suo potere (soprattutto quello dove si amministrava la giustizia, ma anche sede del suo vice, il gastaldo). Coll’alto medioevo il nome venne corrotto in Corduce o Cordusio e le autonomie comunali vi si insediano a ridosso, più vicino alla piazza del mercato (l’attuale piazza Duomo), segnando in maniera netta, anche geograficamente, l’ascesa della classe mercantile al potere. Il nuovo centro della città sarà allora il Broletto con la piazza dei Mercanti e il palazzo della Ragione, con la sua loggia, luogo questo deputato alle adunate della nobiltà.

Una scala moderna, che porta al piano superiore del palazzo della Ragione, in piazza Mercanti, ha sostituito la scala originaria in legno, che nei momenti di maggior pericolo era pensata anche retrattile. (foto di Robert Ribaudo).
Bisognerà aspettare solo la fine del Trecento, con la costruzione della Veneranda Fabbrica, per vedere nella Piazza Duomo il moderno centro cittadino.
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[…] rispetto all’Italia ma piccina rispetto al resto d’Europa. Forse perché, come ci ha raccontato ieri erreerrearchitetto, ha avuto tanti centri e, aggiungo io, non ha un Colosseo con cui montarsi la […]
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