CityLife, ovvero ancora un… Omaggio a Milano che crea e distrugge.
Un nostro assiduo lettore, nonchè amico e fotografo di questa rubrica, Luigi Alloni, mi ha mandato poche note di commento al mio ultimo intervento su come Milano, soprattutto negli ultimi tempi, crei e distrugga; articolo che a sua volta, prendeva le mosse, per chi non ci segue di continuo, da una risposta alla nostra Ciabattinasx che commentava con meraviglia la mostra su Chierichetti fotogafo tra le due guerre. Riporto quindi fedelmente il citato scritto:
“Milano cambia e ri-cementifica quelle aree ormai dismesse e/o obsolete, ma con grande fatica, dubbia interpretazione e prevalenza di grandi interessi finanziari.
Prendiamo un altro esempio: il quartiere CityLife (ex Fiera). Il rendering del progetto e la sua pianificazione prevedevano il completamento del progetto entro il 2015 (in tempo per l’Expo 2015), con la costruzione di alcune interessanti ed importanti strutture. Ora, il progetto è rimasto in stallo per parecchio tempo, la sua definitiva conclusione è stata rimandata al 2023 e molte delle strutture previste (vedi il Museo di Arte Contemporanea, il terzo grattacielo ed altre) non verranno più realizzate. Nel frattempo i costi, come sempre, sono arrivati alle stelle (tant’è che gli acquirenti delle abitazioni residenziali sono sul piede di guerra) ed il cantiere (a circa un anno dall’avvio dell’Expo 2015) è ancora una desolazione. Attualmente sono state realizzate solamente due aree abitative, un primo grattacielo in costruzione, il parco ridimensionato e da “far nascere”, la viabilità sotterranea…una chimera!
L’altra area di dubbio gusto interpretativo ed in fase di realizzazione (?) è quella del Portello.
Visitando queste aree, e forse qualche altra ancora, si fa fatica ad immaginarle “pronte” per il Maggio 2015! e riesce difficile non pensare a quanta speculazione finanziaria (andamento dei costi dei progetti, tempi di realizzazione, completezza dei progetti proposti) ruoti attorno a tutto quanto”.
Che aggiungere…ci vorrebbe un altro articolo per parlare dei tanti progetti traditi, e cantierizzati in nome della politica del fare, senza troppo domandarsi sul come! Prendiamo l’area della Fiera, citata dal nostro lettore: già in passato aveva cambiato la propria destinazione d’uso, essendo alla fine del XIX sec., la Piazza d’Armi oltre il Parco Sempione e poi, in quanto militarizzata, era stata destinata a un evento straordinario. Era l’Expo del 1906!! Come si può vedere, una manifestazione che riecheggia con puntualità ciclica nella moderna storia di Milano. L’idea di avere un’area da destinare a vetrina permanente, per una città in pieno sviluppo industriale come Milano piacque a tal punto che nel 1922 un Regio Decreto istituì la Fiera di Milano. Ora, in nome di questa nuova speculazione, CityLife (che già il nome in sè è tutto da ridere, Vita della Città!), il Comune di Milano (in verità, la scorsa giunta Moratti) ha fatto sì che venisse sottratta un’immensa area al patrimonio di tutti i cittadini per destinarla a un’enorme speculazione privata, anche qui con un salvacondotto di tutto rispetto, che permette di edificare oltre i limiti consentiti da qualsiasi Piano Regolatore in vigore. Nonostante tutto, le casse del Comune rimasero dissestate e fin da subito la nuova giunta Pisapia fu subito afflitta dai problemi di bilancio!
Insomma, nulla poterono nemmeno le pressioni degli enti preposti alla tutela dei beni culturali, che facevano rilevare il valore storico ed edilizio di molti dei padiglioni presenti all’interno del regolare recinto fieristico. L’affare era imperdibile e Milano ci avrebbe guadagnato (a scomputo di oneri di urbanizzazione) l’imprescindibile Museo d’Arte Contemporanea nonchè il diritto di costruire nel sottosuolo un’altra opera di APPARENTE assoluta necessità come il lunghissimo tunnel di collegamento fra l’area della nuova Fiera di Rho-Pero e l’areoporto di Linate (ahimé, ormai poco utilizzato). Evidentemente, non tutte le crisi vengono per nuocere.
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[…] fare lo stesso discordo per l’altra grande area della città completamente rinnovata: la vecchia Fiera. Rappresentava il sedime di un quadrilatero militare, dove tra l’inizio del sec. XX e il […]
[…] non è centrale, a ridosso dell’abitato più antico, come quella precedentemente descritta, ma la sua valenza storica-relazionale con la città imponeva vincoli ferrei da parte degli enti di tute…. Ma gli appetiti delle passate giunte erano talmente smisurati da dover cedere l’intera area a […]
[…] un’ampia area, situata ai margini del Parco Sempione che in seguito divenne sede della prima Fiera di Milano dalla quale partirono numerosi voli e che fu teatro di numerose competizioni. L’impresa più […]
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[…] futuro o meglio in cerca di identità dopo la perdita dell’altro famoso quadrilatero di Milano, quello della vecchia Fiera. Ma dove sta la notizia? Le news sono due: il Vigorelli è vivo e pronto a pulsare di nuovo grazie […]
[…] è simile e pure la firma degli autori materiali: gli stessi attori che hanno voluto la fine della vecchia Fiera di Milano, oggi a […]