Un palazzo, una storia e tanti canditi
Si avvicina il Natale, e per chi sta nella nostra bella città, non c’è occasione più ghiotta che servire a tavola, a fine cena, il tradizionale panettone. Oggi approfittiamo della leggendaria nascita del dolce più meneghino che ci sia, per servirvi in una ricetta unica, una bella dimora nobiliare e un’appetitosa storia d’amore.
In Corso Magenta, davanti alla bramantesca chiesa di S. Maria delle Grazie, resa ormai famosa in tutto il mondo per l’annesso refettorio vinciano con l’Ultima Cena, si trova la Casa degli Atellani o Conti, dal nome dei suoi proprietari. La parte principale è rappresentata dalla quattrocentesca dimora del comandante di ventura Giacomo degli Atellani, al soldo di Lodovico il Moro.
Secondo una delle leggende, la dimora sorgeva accanto alla bottega di un fornaio, sciùr Toni, la cui figlia, Adalgisa era oggetto delle attenzioni di Ughetto degli Atellani, falconiere del duca. Naturalmente le differenza di censo ed economiche ostacolavano qualsiasi progetto dei due giovani. Quando gli affari del forno di Toni cominciarono ad andare decisamente male, Adalgisa, dietro suggerimento di Ughetto, pensò di aggiungere del burro e dello zucchero al pane, per migliorarlo. Il successo di pubblico spronò Adalgisa a continuare sulla strada delle sperimentazioni, aggiungendo prima dei pezzetti di cedro poi del candito, uova e uvetta sultanina. Le nuove modifiche furono talmente apprezzate che a Natale, la gente fece la fila per acquistare il “pangrande” o “Pan de Ton” (da qui PANETTONE) e Adalgisa racimolò cosi i denari per coronare il suo sogno d’amore. E i due innamorati vissero per sempre golosi e contenti, ma la storia del milanesissimo panetùn vi attende in un’altra puntata…